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LORENZO MOLINARI: Bellissimo! Quando sui fiumi c'era ancora acqua... Quel tratto di fiume non si puo' mai fare oggi se non in piena, e nel filmato c'era tanta acqua trasparente, non in piena!
Pagaie lunghe i primi, non sapevano ancora che era meglio una pala un po' piu' corta.
Tanto pubblico e pure in giacca e cravatta, a significare che non erano neppure gli accompagnatori dei canoisti ma pubblico vero, adesso invece...
E ci sono pure delle belle gnocchette in constume a vedere le gare, povere, adesso avranno 70 anni, magari alcune sono gia' sotto terra, che roba strana la vita e il tempo che passa.

GIUSEPPE D'ANGELO: Ciao Alessandro, piano piano ci riporti alle nostre prime pagaiate da adolescenti, per me manca solo il 1966 data del mio inizio! Che bei ricordi....
Ti mando qualche informazione su quella gara che ricordo come se fosse ieri (informazioni pubblicate nella pagina di introduzione del video N.D.R.). Giulio Valzolgher, dopo la mia vittoria negli Junior, mi regalò la canoa con cui avevo gareggiato (i primi sponsor!); siccome non era venuta tanto bene, l'aveva ricoperta con "vernice alla nitro" che si era poi scrostata tutta dopo le prime raschiate sui sassi del Trebbia.
Grazie
Beppe

ARCANGELO PIROVANO TODESCHINI (GENGIS): Complimenti Alessandro per l'ottimo lavoro, un pregevole restauro conservativo, uno spaccato di storia fluviale che rimarrà a disposizione anche delle future generazioni.
A Parte il Cav.Granacci con il n°61 su canadese biposto, si vede un giovanissimo Roberto D'Angelo n°74 penso agli inizi della sua brillante carriera agonistica.
Ottime le inquadrature didattiche di Vittorio Visconti (The President). Che dire poi delle Ragazze in costume, io le ho conosciute alcuni anni dopo, c'erano sempre alle premiazioni delle gare sul Trebbia. Può darsi che mi sbagli, ma tra le Signore mi è sembrato di riconoscere la Moglie di Carlo Grigioni che era sicuramente tra i partecipanti, come pure mi è sembrato di riconoscere Lanciotto Saltamerenda che ritira la medaglia in camicia azzurra.
Certo, 45 anni dopo la memoria, qualche falla la fa.
Gengis

LORENZO FALCIDIENO: Il video produce mooooooolte sensazioni! Bello davvero bello (il primo pensiero/sensazione). Caspita quanto è costato il video originale (il secondo pensiero). Oggi sarebbe un filmato completamente diverso (terzo pensiero): impostazione contenuti, stabilizzazione ripresa, riprese dal vivo (camera on board), audio e interviste. Nella ripresa (quarta sensazione) spicca l’attenzione di chi riprende il contesto (Val Trebbia e gara] e le persone (non solo atleti). Visto già tre volte ma ho riconosciuto solo Granacci (ovvio) e Lanciotto (grazie a Gengis).

VITTORIO PONGOLINI: Ma che meraviglia! Li vedevo da bambino nella vecchia sede del Canoa Club Milano in piazza Salvator Farina 18/3 e ora me lo vedo al PC! Bellissimo! Si, Gengis, ti confermo che la bella signora in primo piano è Lilli, la moglie di Carlo Grigioni. Non l'ho individuato nemmeno io nel video ma ci sarà di sicuro. E che dire di un inedito Granacci in canadese?! Non l'avevo mai visto in C2. Ci voleva il film di Visconti, riproposto da Leonori per rivelarlo. Grazie Alessandro, davvero.
Ho riconosciuto anch'io Lanciotto e Rizzi e Canepa in C2.
Grande Canoa Club Milano, sei la storia della canoa italiana, grande Visconti, precursore della multimedialità, e grande Alessandro.

PAOLO PESCALLI: ...che emozione, riveder Bobbio, la Val Trebbia in quei tempi. sono immagini che oramai si confondono nella memoria, nei sogni.
Noi ragazzi bobbiesi conoscevamo da sempre il fiume, lo vivevamo alla Mark Twain, era il luogo della nostra avventura quotidiana, la pesca ai gamberi, ai pesci con le mani sotto ai sassi, le discese con le camere d'aria, o su due assi inchiodate... poi quell'anno vedemmo per la prima volta i "canotti", così, chiamavamo le canoe, mai viste prima.
Con la mia banda ci appostammo al Salto di Patacca, appena sotto Bobbio, armati di fionde, per cercare di colpire ed affondare quegli invasori del nostro territorio. Loro, del nostro assalto, non se ne resero neppure conto.
Io iniziai solo l'anno dopo ad andar in canoa al GMC, e i leggendari nomi di D'Angelo, Walzolger, Canepa e Rizzi, Granacci, Grigioni, Paracchini, Traferri, Bruno Roberto divenero concreti, e canoisti in carne ed ossa... eroi pionieri di un'epoca.
A vedere quella partenza in linea, con una ventina di atleti, viene un misto di nostalgia e di orgoglio. Quelli erano, eravamo allora, qualche raro Canoa Club, fiumi dai tracciati ancora sconosciuti, imprevedibili con le loro differenti portate d'acqua, ora facili ora micidiali, caschi da minatori, da speleologi, paraspruzzi fatti in casa da una nonna laboriosa alla macchina per cucire, canoe in vetroresina, giacche d'acqua inventate... resta di tutto, di quell'epoca, invece, grande, sontuosa, signorile,la pagaiata, ora così secca, asettica, carboniosa, allora elegante, lunga, snella, dal colpo elastico ridato dal legno alla fine della lunga, interminabile corsa nell'acqua.. .eleganza perduta. La si intravede ancora in qualche raro canoista con il volto scavato dagli anni, dal sole e dal vento: è il gesto di quegli anni, di quei primi anni di canoa, eroici, davvero indimenticabili.

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